CONTROMESSAGGIO DI FINE ANNO
Quest’anno è stato particolarmente ostico, non più di
altri comunque. Il futuro riposa nel grembo di Zeus e comunque è adesso.
Ipocrisia, codardia, menzogna, falsità, paura, presunzione, arroganza, ormai
sono divenuti una compagnia costante, in un mondo dove domina il mediocre
pressapochista e leccaculo e dove l’oscurità viene spacciata per luce, a volte
in buona fede, altre, più spesso, consapevolmente da veri e propri ciarlatani e
mistificatori. Un anno di sconfortanti conferme, di desolanti scoperte e di
profondi disgusti.
E voi, branco di pecoroni
invigliacchiti, cacasotto, incapaci, affetti dalla blenorragia delle vostre
miserrime anime; voi iniziati e arcimaestri da opera buffa di quart’ordine e da
due soldi, tutti dediti al mantenimento della propria corte; voi sapienti senza
conoscenza dei vostri più che angusti limiti; voi potenti d’impotenza, fasulli
alchimisti tracotanti di un vuoto nulla; cavalieri dell’autocertificazione;
filistei dell’arrivisimo ad ogni costo e geni della calunnia sussurrata a mezza
voce; voi falliti cupidi di sedere su uno scranno, che strisciate nella
penombra, ebbri del fare codazzo a qualcuno del quale non vedete l’ora di fare
le esequie… Tutti voi, branco di morti che camminano lenti, indolenti e cantanti,
verso le illusioni che voi stessi avete creato, pusillanimi e tremebondi quanto
astiosi di un rancore mal sopito nel gorgo delle vostre invidie, non vi
accorgete neppure d’essere i ridicoli zimbelli del vostro, unico, reale Signore
e Padrone che ride, sghignazza e mai sorride.
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